Cambiare stile di vita: INFEA News tematica di ottobre è dedicata al cambiamento, alla presa di coscienza.
Sommario:
ARPAV
"Cambieresti"...ti vestiresti di mais?
Alta moda in tessuto di mais
Una vera e propria collezione di alta moda interamente realizzata in tessuto di mais. Presentata recentemente a Venezia, la collezione di abiti, ispirata all'arte di Lucio Andrich, è l'ultima sfida lanciata dalla Coldiretti, in collaborazione con il Consorzio Italia Pulita-NatureWorks, per dimostrare la possibilità dell'agricoltura di rigenerarsi anche nello sviluppo di prodotti biodegradabili che assicurano caratteristiche e prestazioni dei materiali tradizionali ma consentono al contempo di risparmiare energia, contribuire alla riduzione dell'effetto serra e trasformarsi infine, a conclusione del proprio ciclo vitale, in fertile humus.
Nel panorama dei prodotti ottenuti dai cereali - sottolinea la Coldiretti - si aggiungono anche le fibre tessili che vanno a sostituire quelle sintetiche derivate dal petrolio. Prodotti dell'abbigliamento come maglie, camicie e t-shirt, ma anche oggetti per l'arredamento di interni come tende, imbottiture per cuscini e divani, ma anche coperte e moquettes.
E per gli sportivi: mi vesto di mais
Un importante settore di utilizzo della fibra di mais si ha nel campo dell'abbigliamento sportivo perché offre le prestazioni di una fibra tecnica in particolar modo l'asciuttezza. Se una maglia di cotone usata per le attività sportive tende ad assorbire il sudore e a trasformarsi in una superficie bagnata e fredda, la maglia in fibra di mais, al contrario, tende ad espellere l'umidità corporea restando asciutta e confortevole; un ottimo compromesso: rispetto per l'ambiente e ottime prestazioni tecniche.
Un'agricoltura buona non solo da mangiare, ma anche in grado, con la sua versatilità, di offrire importanti opportunità per ridurre l'inquinamento ambientale e garantire uno sviluppo veramente sostenibile.
Per saperne di più:
Rifiutiamoli!
Riflettiamo sui dati dei rifiuti, problema ambientale direttamente connesso ai consumi quotidiani e ad abitudini consuete e ordinarie della vita di tutti i giorni: fare la spesa, buttare la spazzatura, sono azioni semplici che, se decidiamo, possiamo trasformare in scelte a favore dell'ambiente e della nostra salute.
Dati sulla produzione dei rifiuti urbani in Veneto (dati ARPAV e ISPRA)
La produzione di rifiuti urbani in Veneto nel 2008 è stata pari a 2.415.747 tonnellate, corrispondente ad un valore procapite di 1,36 chili di rifiuto al giorno per abitante. Dal 1997 al 2008 si osserva un lieve ma progressivo aumento della produzione di rifiuto urbano pro capite, in particolare rispetto al 2007 i rifiuti urbani in Veneto sono aumentati del 1,8 %. A livello nazionale il valore è pari a 1,48 kg al giorno procapite e la nostra regione risulta comunque al di sotto della media.
A livello provinciale la produzione pro capite più elevata si riscontra nella Provincia di Venezia con 652.81 kg/ab anno nel 2008, a causa delle elevate presenze turistiche, mentre il valore più basso si raggiunge nella provincia di Treviso con una media di 390.56 kg/ab anno nel 2008, legato alla pratica diffusa della raccolta porta a porta.
Dati sulla raccolta differenziata
La quantità di materiali raccolti in modo differenziato in Veneto nel 2008, che ammonta a 1.302.782 t, è aumentata del 7,7% rispetto al 2007 confermando il trend positivo di crescita della differenziata che si attesta al 53,9%. Tale valore consente al Veneto di superare con un anno di anticipo l'obiettivo del 50% e di collocarsi ai primi posti tra le regioni italiane.
La normativa nazionale infatti pone precisi obiettivi di raccolta differenziata (articolo 205 del Decreto Legislativo 152 del 2006 e articolo 1, comma 1108, della Legge 296 del 2006 - Finanziaria 2007) da conseguire in ciascun Ambito Territoriale Ottimale:
obiettivi di raccolta differenziata in Italia |
almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006 |
almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007 |
almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008 |
almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009 |
almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011 |
almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012 |
Il Veneto, al 31 dicembre 2008, ha raggiunto il 54% di raccolta differenziata, superando ampiamente la soglia prevista del 45%.
La provincia di Treviso si conferma al primo posto nella classifica regionale con il 68,5% di raccolta differenziata, superando anche l'ultimo obiettivo previsto dal D.Lgs. 152/06 per il 2012.
A scala comunale l'obiettivo del 45% di raccolta differenziata è stato raggiunto dall'83% dei Comuni veneti, pari al 76% della popolazione. Il 79% dei Comuni, pari al 67% della popolazione, ha superato anche il 50%. Infine poco meno della metà dei comuni ha già conseguito l'obiettivo massimo del 65%.
A fronte dell'aumento della raccolta differenziata, il rifiuto residuo è diminuito del 4,3%.
Notizie positive se confrontate con il resto dell'Italia: nella graduatoria 2010 di Legambiente tra i "Comuni Ricicloni" con più di 10.000 abitanti si trovano solo comuni veneti nelle prime 22 posizioni, ad eccezione di due comuni della provincia di Trento e Torino, rispettivamente al nono e al decimo posto. Tra i comuni con meno di 10.000 abitanti invece, nei primi 27 posti si trovano solo comuni veneti e trentini con l'eccezione di due comuni della provincia di Asti.
Per approfondimenti:
Cosa fare: alcune proposte
Nonostante i dati positivi per il Veneto, per ridurre i rifiuti c'è ancora molto da fare: ad esempio solo in Italia si stima che, ogni anno, siano utilizzati circa 20 miliardi di sacchetti di plastica, equivalenti a centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio con l'emissione in atmosfera di analoghe quantità di anidride carbonica.
Le campagne per la riduzione e l'eliminazione dei sacchetti di plastica si moltiplicano: la campagna "porta la sporta" promossa dall'Associazione di Comuni virtuosi, WWF, Italia Nostra, FAI e Adiconsum, la campagna "Borsamica" promossa dall'Istituto per l'Ambiente e l'Educazione Scholé Futuro Onlus di Torino patrocinata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l'appello di Legambiente all'interno della giornata "Puliamo il mondo" per rinunciare all'uso di sacchetti non biodegradabili: l'obiettivo comune è ridurre l'uso di sacchetti di plastica e di conseguenza l'inquinamento, il consumo di petrolio, l'emissione di CO2, i costi di produzione e di smaltimento.
Per approfondimenti:
Per consolidare la fiducia dei cittadini nella raccolta differenziata, mostrando che tutti i rifiuti raccolti, attraverso diversi "percorsi" di recupero, vengono trasformati in nuovi prodotti, l'Osservatorio Regionale Rifiuti di ARPAV ha recentemente presentato prodotto e divulgato un opuscolo dal titolo Che fine fanno i tuoi rifiuti? Ognuno ha la sua strada. L'opuscolo, di semplice lettura ma approfondito nei contenuti, descrive in maniera curiosa e, allo stesso tempo, scientificamente rigorosa, il destino dei rifiuti post-raccolta differenziata. Per ciascuna categoria di rifiuto è descritto il processo di riciclaggio/recupero, le tipologie degli impianti e i prodotti ottenibili, box di approfondimento dedicati a "cosa possono fare i cittadini" o contenenti dati relativi al Veneto.
I nuovi materiali derivati dal riciclo alimentano un mercato che presenta un vasta scelta di prodotti ecosostenibili: panchine, arredo urbano, giochi per parchi e indumenti in pile dalla plastica riciclata, cartoni dalle alghe raccolte dai canali di Venezia, pavimentazioni modulari per parcheggi e piste di atletica dal riciclo dei pneumatici, sedie di design in alluminio dal recupero delle lattine. Le opportunità di riutilizzo sono molte: ogni oggetto riciclato racconta una storia, impariamo a leggerla quando facciamo un acquisto privilegiando oggetti realizzati con materie prime "rigorosamente riciclate" e soprattutto, quando ci disfiamo di qualcosa, valorizziamo i nostri rifiuti domandandoci se possono essere riciclati e trasformati in nuovi beni di consumo.
ARPAV - Settore per la Prevenzione e la Comunicazione Ambientale
Centro Regionale di Coordinamento IN.F.E.A. Piazzale Stazione, 1 - 35131 Padova
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L'INTERVISTA
Stili di vita nuovi e sostenibili pensando alle nuove generazioni
Un modello di sviluppo sostenibile chiede stili di vita adeguati che sappiano indicare una direzione per il futuro, che tenga conto delle generazioni che verranno. E' questa la stretta connessione che esiste tra la promozione di uno sviluppo sostenibile e le abitudini di vita di ciascuno. Di questo, delle sfide che tale prospettiva pone, delle possibilità di favorire un cambiamento nei modi di vita delle persone abbiamo parlato con Francesco Gesualdi, in gioventù allievo di don Milani alla Scuola di Barbiana e attualmente coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (PI), un centro di documentazione che si occupa di squilibri sociali e ambientali a livello internazionale, con l'obiettivo di indicare le iniziative concrete che ciascuno di noi può assumere, a partire dalla propria quotidianità.
Quali sono oggi le condizioni che devono essere garantite per uno sviluppo sostenibile?
Dobbiamo trovare un modo per cui le forme di produzione e di consumo tornino in equilibrio, pensando innanzitutto alle generazioni future. La Terra non ci basta più per quanto riguarda, per esempio, le risorse naturali (la terra, l'acqua…). Questo nuovo equilibrio richiede una riduzione dei consumi, una maggiore efficienza nell'utilizzo delle risorse e un impiego deciso delle energie rinnovabili
Come l'emergenza ambientale sta cambiando i nostri stili di vita?
Al momento il cambiamento degli stili di vita riguarda solo delle avanguardie, ovvero delle "minoranze acculturate". C'è sì maggiore consapevolezza della crisi ambientale (i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti), ma la grande maggioranza non è ancora riuscita a mettere in connessione i fenomeni naturali negativi e preoccupanti e la necessità di modificare i proprio stili di vita. Per questa ragione è necessaria una azione educativa.
Una delle idee portanti legate alla promozione di nuovi stili di vita è la possibilità per la singola persona di contribuire a realizzare dei cambiamenti di sistema. E' davvero così?
Il comportamento dei singoli è fondamentale: la società è anche la sommatoria dei comportamenti di ogni individuo. Le abitudini dei singoli sono di grandissima importanza per portare alla modificazione delle regole generali. Questa attenzione e impegno non possono e non devono restare patrimonio di pochi.
Cambiare gli stili di vita, ma a cominciare da dove?
L'inizio può avvenire dai consumi perché è l'ambito più vicino ad ogni persona e riguarda i piccoli gesti quotidiani: dall'uso dell'acqua, dell'energia, degli elettrodomestici al ricorso dell'usato, da un nuovo approccio ai rifiuti alla promozione della riparabilità degli oggetti.
Questo cambiamento richiede un grande sforzo educativo. Quali sono secondo Lei gli attori che più di altri devono sentirsi impegnati in questo ambito?
Tutti sono investiti di questo ruolo, anche a livello personale. Se vogliamo indicare qualche soggetto in particolare sicuramente la famiglia rappresenta la prima agenzia formativa dove introdurre nuove abitudini. La famiglia è importante perché è possibile una educazione non solo teorica ma anche pratica.
Importante poi è senz'altro la scuola a patto che non si faccia solo teoria. Servono gesti concreti (sperimentare concretamente per esempio la raccolta differenziata).
In ogni caso tutti i luoghi di aggregazione possono avere in tale prospettiva una funzione educativa importante.
Rispetto al futuro a tale riguardo Lei è fiducioso?
Siamo ancora agli albori di questo cambiamento e moltissimo resta da fare. Vi sono due forze che si confrontano: il sistema economico che non sembra abbia nessuna intenzione di mettere in discussione le modalità di crescita fino ad ora adottate e il concetto stesso di crescita e le persone, la società civile che cominciano a chiedere con forza di cambiare direzione. La gente è presa nel mezzo di questi messaggi contrastanti e fa fatica ad orientarsi. Ma credo che saremo costretti tutti a cambiare perché i problemi sono sempre maggiori. C'è da sperare che le decisioni necessarie arrivino prima che sia troppo tardi.
IL LIBRO
PIANO B 4.0. Mobilitarsi per salvare la civiltà
Versione aggiornata e corretta del famoso Piano B 3.0, il libro proposto è nato per dare una valida alternativa al piano A, ovvero il modello economico occidentale basato sull'uso incondizionato delle risorse, sui biocombustibile fossili, centrato sull'automobile e sull'usa e getta. L'autore, lo scrittore, ambientalista ed economista statunitense Lester Brown, è direttore dell'Earth Policy Institute, l'organizzazione ambientalista di ricerca no profit di Washington che cerca di tracciare la strada verso un'economia sostenibile.
Leggiamo dalle sue parole Cosa possiamo fare tutti noi.
Una delle domande che mi viene rivolta più di frequente è: cosa posso fare io? Le persone spesso si aspettano da me che gli parli di cambiamenti nello stile di vita, di riciclare i giornali o di sostituire le lampadine. Queste cose sono essenziali, ma non sono assolutamente sufficienti. Oggi abbiamo bisogno di ristrutturare l'economia globale, e dobbiamo farlo molto velocemente. Ciò significa diventare politicamente attivi, impegnandosi affinché avvengano i cambiamenti che sono necessari. Salvare la civiltà non è uno sport da spettatori.
Informatevi, leggete, studiate le varie questioni. Se volete sapere cosa è accaduto alle antiche civiltà che si trovarono coinvolte in problematiche di tipo ambientale, leggete Collasso di Jared Diamond, o Breve storia del progresso di Ronald Wright, o The Collapse of Complex Societies di Joseph Tainter (...).
Scegliete un argomento che è significativo per voi, per esempio la riforma del sistema fiscale, la proibizione delle lampadine inefficienti, lo smantellamento delle centrali a carbone, oppure lavorare per far diventare le strade della vostra comunità a misura di pedone e ciclista, o unitevi a un gruppo che sta lavorando per stabilizzare la popolazione mondiale. Cosa potrebbe esserci di più eccitante e appagante che essere coinvolti direttamente nel tentativo di salvare la civiltà? (...). E, sopratutto, non sottostimate quello che potete fare. L'antropologa Margaret Mead una volta ha detto: "Non dubitate mai che un piccolo gruppo di cittadini preoccupati possa cambiare il mondo. In realtà è l'unica cosa che sia mai accaduta". (testo tratto dal paragrafo 10.7 del libro)
Il Piano B 4.0 di Lester Brown è disponibile gratuitamente in traduzione italiana sul sito www.indipendenzaenergetica.it , effettuata dal gruppo di volontari di indipendenzaenergetica.it: sono attivisti di vari movimenti che si occupano di energia, ecologia e società. La versione su carta è pubblicata da Edizioni Ambiente e si trova in libreria, l'originale in inglese è disponibile sul sito dell'Earth Policy Institute.
Nodo IN.F.E.A. PADOVA
Quando i comuni promuovono stili di vita sostenibili
Enti locali e ambiente - Il comune di Padova è capofila di alcuni progetti innovativi per uno sviluppo sostenibile
A Padova sono attive molte esperienze che operano tra loro in modo sinergico e interagendo per promuovere comportamenti più attenti all'ambiente.
Tra le realtà che ogni giorno contribuiscono attivamente a sensibilizzare e a promuovere nuovi stili di vita a Padova, l'Ente locale riveste un ruolo fondamentale sia agendo internamente per modificare gli impatti dell'Ente, sia come promotore di cambiamenti nel proprio territorio:
- Il progetto "Padova Acquista Verde" attraverso il quale il Comune di Padova riconverte i propri acquisti verso i prodotti e servizi a minore impatto. A questo progetto è stato assegnato il premio "Compra Verde 2009. Maggiori informazioni su: www.padova.it;
- Lo Sportello Energia attivato dal Comune in collaborazione con Legambiente oltre a essere un punto importante per l'informazione e la sensibilizzazione dei cittadini, organizza i Gruppi d'Acquisto Solare, volti ad agevolare i cittadini nell'installazione di pannelli fotovoltaici. Nel 2009 grazie all'iniziativa sono stati installati oltre 180 kW di fotovoltaico e 100 mq di termico, pari ad un terzo delle installazioni domestiche presenti oggi in città
Numerosi sono i gruppi d'Acquisto nel territorio che offrono prodotti alimentari, abbigliamento, detersivo alla spina.
Un'altra iniziativa padovana, originale in Italia, è stata la ricerca realizzata nel 2008 dalla Fondazione Lanza, che ha fotografato i consumi energetici dei principali edifici delle parrocchie cittadine con l'obiettivo di stimolare l'adozione di stili di vita e comportamenti più consapevoli.
Interessante anche il progetto della Diocesi "Vivi con stile" che promuove il cambiamento dello stile di vita in città attraverso l'intervento nelle parrocchie e nelle comunità: sagre con stoviglie biodegradabili, attenzione ai consumi, promozione dei percorsi casa-scuola.
Nodo IN.F.E.A. ROVIGO
Rovigo, provincia virtuosa nella raccolta differenziata
Lo smaltimento dei rifiuti è uno dei problemi maggiori della crescita della società moderna e l'aumento della loro produzione, legata anche a stili di vita non sostenibili, è da considerarsi un sintomo del progresso economico e della crescita dei consumi.
Interferendo con numerose variabili ambientali (suolo, risorse idriche ed energetiche, qualità dell'aria), questo problema rappresenta uno dei fattori di pressione ambientali più critici.
Un fattore importante nella gestione rimane la corretta pratica della raccolta differenziata, che va organizzata con particolare attenzione e realizzata con impegno.
Per quanto riguarda la Provincia di Rovigo, dall'analisi della variazione della parte recuperata, si evidenzia come complessivamente il bacino polesano sia abbastanza virtuoso, tanto che già nel 2006 aveva superato la quota del 50%, fino a raggiungere la percentuale del 64% nel 2009. L'obiettivo del superamento della quota del 45% entro il 31/12/2008 è ampiamente raggiunto. Solo la politica del riutilizzo dei materiali, dell'avvio al recupero delle frazioni suscettibili di riutilizzo, della limitazione e prevenzione dei rifiuti prodotti, come auspicato dalla normativa europea, è la via perseguibile, opportunamente accompagnata da una seria informazione ai cittadini. Così come avvenuto in Provincia di Rovigo, al secondo posto nel Veneto per la percentuale di raccolta differenziata, questo traguardo si è raggiunto grazie all'impegno e alla sensibilità ambientale delle comunità che hanno attivamente collaborato con le Aziende e gli Enti preposti.
Per i dati completi:

Percentuale di raccolta differenziata
Percentuale di Raccolta differenziata nella Provincia di RovigoFonte: Provincia di Rovigo e ECOGEST (2008 dati ufficiosi) -
Elaborazione: Agenda21Polesine
Andamento della raccolta di rifiuti nella provincia di Rovigo
Fonte: Provincia di Rovigo e ECOGEST (2008 dati ufficiosi) - Elaborazione: Agenda21Polesine
Nodo IN.F.E.A. TREVISO
Travel smarter, live better - muoviti in maniera intelligente e vivi meglio
Quarta edizione delle Giornate Provinciali dell'Ambiente in Provincia di Treviso, in adesione alla Settimana Europea della Mobilità.
Mobilità, qualità dell'aria, ambiente, energia, salute, territorio ed educazione sono stati i temi delle giornate di sensibilizzazione che la Provincia di Treviso anche quest'anno ha promosso: dal 16 al 22 settembre. Più di 130 eventi sono stati realizzati nei territori di oltre 50 Comuni, 38 dei quali hanno aderito alla Giornata Europea Senz'Auto prevista per mercoledi 22 settembre 2010.
Una settimana di eventi, che coincide da sempre con la Settimana Europea della Mobilità giunta oramai alla 4° edizione nel territorio trevigiano, che hanno visto la partecipazione di Amministrazioni Locali, Scuole, Associazioni Locali e Cittadini.
Il tema di quest'anno, Travel smarter, live better - muoviti in maniera intelligente e vivi meglio, è stato lo slogan attorno al quale hanno ruotato le diverse iniziative e momenti di sensibilizzazione dedicati all'ambiente, con particolare attenzione alla mobilità sostenibile proprio per ribadire che il miglioramento della mobilità nelle nostre città rappresenta una delle sfide più importanti ed attuali per il nostro ambiente e territorio, e va affrontata da diversi punti di vista: viabilità, inquinamento atmosferico ed acustico ma anche qualità della vita, prevenzione e cura della nostra salute. Un richiamo a scelte responsabili da parte di tutti noi volte a promuovere cambiamenti positivi a favore di stili di vita attivi, come l'andare in bicicletta o a piedi, e a scelte alternative alla mobilità individuale dell'auto privata. Le nostre scelte sono importanti: si riflettono nella quotidianità e rappresentano un insegnamento per le future generazioni.
Proprio da queste riflessioni, il 16 settembre presso l'Auditorium della Provincia di Treviso si è svolto il dibattito "Azioni e proposte per migliorare la qualità dell'aria nelle nostre città. Appunti per il territorio trevigiano" organizzato dall'Assessorato alle Politiche Ambientali con la collaborazione di ARPAV, Servizio Osservatorio Regionale Aria e del Dipartimento di Treviso (con la presentazione della pubblicazione Rapporto sulla mobilità sostenibile: stato di fatto e prospettive in provincia di Treviso). L'intento del lavoro, promosso a livello provinciale, è stato quello di riprendere con maggior determinazione i temi della mobilità e della qualità dell'aria e di rinnovare l'interesse su queste tematiche, richiamando gli strumenti di programmazione e pianificazione, attualmente in uso, in modo da ottemperare alla logica delle tre fasi del "programmare, "realizzare" e "verificare", nonché riaffermare la necessità di un coinvolgimento interistituzionale (Regione, Provincia e Comuni).
Sul tema dell'educazione, si è svolto mercoledi 22 settembre 2010 durante la Giornata Europea Senz'auto, presso l'Auditorium della Provincia di Treviso, la giornata conclusiva della prima edizione del concorso "La scuola va in Città" promosso dall'Assessorato alle Politiche Ambientali della Provincia di Treviso. La giornata ha visto la partecipazione dei rappresentanti di 19 scuole e di circa 300 allievi, che durante lo scorso anno scolastico hanno praticato il pedibus per raggiungere a piedi la scuola compiendo più di 120.000 km di pedibus... come dire che i nostri bambini hanno coperto una distanza pari a tre volte la circonferenza della Terra!
Erano presenti alla premiazione i rappresentanti di ULSS 7, ULSS 8 e ULSS 9, di ARPAV Settore per la Prevenzione e la Comunicazione Ambientale, l'Ufficio Scolastico Provinciale, l'Ufficio Scolastico Regionale del Veneto e l'Associazine Moving School 21, che ha organizzato per la conclusione della mattinata alcuni percorsi giocabili nel parco del S. Artemio e un momento finale di "festa in movimento".
Durante le Giornate Provinciali dell'Ambiente si sono svolte anche attività di educazione in ambiente aperto con la collaborazione di associazioni e soggetti della rete provinciale IN.F.E.A. Più di 25 soggetti, durante questo periodo, hanno aperto i loro centri di educazione e realizzato attività divulgativa a cittadini e scuole, spaziando dall'astromonia alla speleologia, dalle visite naturalistiche in ambiente di risorgiva e fluviale al turismo sostenibile. L'appuntamento si è svolto anche presso il Parco della Storga, di proprietà dell'ente provinciale, nella domenica 19 settembre con l'animazione e le attività di guide naturalistiche, associazioni ambientali e aziende agricole con la degustazioni di assaggi e prodotti a Km 0.
Nodo IN.F.E.A. VICENZA
Cambieresti? L'esperienza di Santorso e Piove di Sacco
Ambiente - Si diffonde un progetto che vuole promuovere Consumi, Ambiente, Risparmio Energetico e Stili di vita
Per svolgere i "compiti per casa" Simone si è messo all'opera: cartone recuperato da vecchi scatoloni, forbici alla mano, carta di alluminio... vuole provare a realizzare un forno solare. «Non so se vale, ma è da tanto che ci penso e forse c'è qualcuno che mi vuole aiutare...», racconta. Per trovare «compagni di autoproduzione» Simone farà un appello al prossimo incontro di "CambieReSti?" - acronimo di Consumi, Ambiente, Risparmio Energetico e Stili di vita - a Santorso, piccolo Comune dell'altovicentino, tra gli ultimi a far partire una nuova edizione del progetto dedicato ai temi del consumo critico e degli stili di vita responsabili.
La prima a voler "cambiare" e a realizzare il progetto CambieReSti? fu Venezia, nel 2005, con oltre mille famiglie coinvolte. Quell'esperienza (del quale avevamo parlato nel numero 58 di Altraeconomia) ha fatto scuola e molte altre famiglie in tutta Italia (vedi box) hanno deciso di raccogliere la sfida e rispondere all'invito a "cambiare" verso uno stile di vita più attento all'ambiente e ai consumi. Dopo 5 anni il progetto continua a diffondersi e la primavera ha portato nuovi cambiamenti in due piccoli comuni a nordest: oltre a Santorso (VI), anche a Piove di Sacco, nel padovano.
A Santorso CambieReSti? - che nasce in collaborazione con gli assessorati all'ambiente e alla partecipazione - ha l'ambizione di "cambiare la quotidianità" di 35 famiglie che abitano in questo piccolo paesino ai piedi del monte Summano. "È dai gesti di ogni giorno che inizia il confronto tra i partecipanti: per questo i prossimi mesi parleremo di agricoltura biologica, autoproduzioni e riciclo, risparmio energetico e mobilità sostenibile, gruppi di acquisto solidale e commercio equo", raccontano dal Laboratorio di Educazione Ambientale della provincia di Vicenza, partner del progetto insieme a Coop Adriatica. Tutti questi temi saranno affrontati in maniera collettiva, in 6 mesi di incontri, laboratori di autoproduzione e momenti di formazione.
Tra i partecipanti c'è chi ha già esperienza con i temi del consumo responsabile, come Simone, 33 anni, che fa parte del gruppo d'acquisto solidale di Schio (VI) e con la sua compagna e i figli di 8 e 11 anni ha deciso di partecipare a CambieReSti?, "per apprendere e condividere nuove pratiche per uno stile di vita più sostenibile". "La nostra idea è che per cambiare il mondo bisogna partire da noi stessi, dai piccoli gesti quotidiani - racconta Simone - cercando di coinvolgere e responsabilizzare tutta la famiglia, ma anche confrontandosi con altre persone, attraverso un percorso collettivo". Altri invece sono alla prima esperienza in questo ambito, come Maria Antonietta, impiegata di 54 anni, che ha aderito al progetto "per pura curiosità". Non tutti, infatti, sono sensibili allo stesso modo, e questo è un altro aspetto interessante di CambieReSti?: "Sarebbe bello che nascesse più consapevolezza anche tra chi prima era meno attento ai temi del progetto, ma che è stato spinto a partecipare dalla curiosità - racconta Chiara, che ha aderito insieme al marito -. E mi piacerebbe se riuscissimo poi a organizzare delle iniziative di sensibilizzazione anche per il paese".
Una prima idea è quella di realizzare un piccolo manualetto sulle buone pratiche di CambieReSti?, e per farlo durante i prossimi incontri ognuno porterà le proprie "ricette di autoproduzione" - da quelle per una cucina "a filiera corta", ai consigli per il fai da te, ai saponi fatti in casa - da scambiare e sperimentare insieme. Per il prossimo incontro - dedicato all'energia - invece, c'è un "compito per casa": tutti dovranno portare due bollette del gas, una estiva e una invernale. Perchè anche la bolletta - se letta nel modo giusto - può diventare uno strumento per riflettere sui consumi in modo critico e responsabile (sul sito www.laboratorioambientale.it si trova anche il "kilowattene", un foglio di lavoro sui consumi elettrici di ogni famiglia, che insegna come risparmiare energia in casa).
Poco distante, a Piove di Sacco (PD), altre 13 famiglie (41 partecipanti in tutto, con un'età media di 40 anni) hanno aderito a CambieReSti?, promosso dall'associazione "Al ritmo del Tam Tam" in collaborazione con Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e la parrocchia di Sant'Anna. Dallo scorso aprile e fino alla fine dell'estate, si parlerà di "usi e abusi dei detersivi domestici" e cosmesi fai da te, pannolini lavabili e "consumo critico per neomamme e genitori", risparmio energetico, acquisti collettivi ("Calebassa" è il nome del Gas dell'associazione "Al ritmo del Tam Tam") e commercio equo e solidale. Alla fine, anche il bilancio sarà collettivo... intanto, c'è il tempo per cambiare punto di vista sui propri consumi.
Info e contatti:
A Santorso (VI): tel. 0445 691457, info@laboratorioambientale.vi.it. www.laboratorioambientale.it
A Piove di Sacco (PD): tel. 340 8169730, alritmodeltamtam@gmail.com. http://alritmodeltamtam.alfa.it
Luoghi e tempi per cambiare: i comuni che hanno già partecipato al progetto
- Venezia: 1.250 famiglie, nel 2005 (vedi Ae 58/febbraio 2005). Dopo il successo del primo progetto, è nato nel 2006 "CAmbieReSti? Energia 300x70": 300 famiglie provarono ad abbassare il fabbisogno energetico della propria abitazione a 70 kWh/mq/anno.
- Colorno (PR): 10 mesi, da novembre 2005 a settembre 2006.
- Biella: nel 2006, 50 famiglie di tutta la Provincia. www.cambierestibiellese.it
- Monte San Pietro (BO), sul tema dell'energia: 50 famiglie, da novembre 2007 per 5 mesi. www.comune.montesanpietro.bo.it
- Casalecchio di Reno (BO): 120 famiglie -suddivise in gruppi locali di vicinato-, 8 mesi, fino a giugno 2008. www.cambieresti.org
- Bassano (VI), "Cene illuminate", ciclo di incontri sui temi della sobrietà e decrescita, in collaborazione con l'Associazione Cambieresti Venezia: ottobre 2008, a cura del coordinamento Gpl - Percorsi di Giustizia, pace e legalità. www.percorsigpl.it
- Pesaro-Urbino, in collaborazione con la Rete di Economia Solidale (Res): 30 famiglie, 6 mesi (da febbraio a giugno 2009). www.progettocambieresti.it
- Reggio Emilia: "Buone pratiche per la sostenibilità in Provincia di Reggio Emilia", incontri, seminari e piccoli laboratori sostenibili, da gennaio a maggio 2010.
- Santorso (VI): 35 famiglie, da marzo 2010. www.laboratorioambientale.vi.it
- Vercelli: 22 famiglie, da aprile 2009 a maggio 2010. www.avercellicambieremmo.org
- Piove di Sacco (PD): 15 famiglie (41 persone) per 3 mesi, da aprile 2010. alritmodeltamtam.alfa.it
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